PROF ANTONIO RUFFO
Specialista in Urologia Andrologia Chirurgia Ricostruttiva Genitale e Uretrale
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Carcinoma del Pene
Epidemiologia e fattori di rischio
Il carcinoma del pene è un tumore con bassa incidenza in Europa e Stati Uniti ma, si riscontra in maggior misura nei paesi dell’Africa centrale.
L’incidenza del tumore del pene cresce all’aumentare dell’età; la fascia maggiormente colpita è compresa tra i 60 ed i 70 anni.
È raro prima dei 50 anni e origina a livello penieno preferibilmente in corrispondenza del glande e a seguire all’interno della superficie prepuziale, del solco coronale, e infine lungo il corpo penieno.
Un importante fattore di rischio è caratterizzato dalla presenza di fimosi che causa un accumulo di smegma associato a cattive condizioni igieniche.
Altre condizioni predisponenti al carcinoma penieno sono costituite da: lesioni verrucose genitali, il fumo di sigaretta, le terapie radianti ed una condizione di origine presumibilmente autoimmunitaria denominata balanite xerotica obliterante.
Importanza crescente è assunta dall’infezione genitale da papillomavirus (HPV 16 e 18) di cui dati epidemiologici dimostrano essere associato a carcinomi di tipo squamocellulare.
Anatomia patologica
Il carcinoma squamocellulare è il tipo istologico di tumore penieno più frequente. Può presentarsi con caratteristiche superficiali rappresentate da lesioni che appaiono leggermente sollevate o piatte, con un aspetto biancastro e granuloso; la forma superficiale solitamente è la variante istopatologica con migliore prognosi quaod vitam.
L’altra tipologia di carcinoma squamocellulare è la variante “verticale” caratterizzata da una massa vegetante e simil-polipoide che si approfonda anche ai piani profondi.
Vi sono rappresentanti in letteratura diversi tipi di carcinoma penieno come il basalioide, il carcinoma verrucoso (altra variante del ca. squamocellulare) e il tumre di Buschke – Lowenstein.
Lesioni preneoplastiche del carcinoma squamocellulare
Il carcinoma squamocellulare è preceduto da alcune lesioni pre - neoplastiche la più importante delle quali è denominata eritroplasia di Queyrat. Questa si manifesta come una chiazza rossa, lucente, non dolente che si sviluppa a carico del glande. può interessare anche il foglietto interno del prepuzio, con comparsa di elementi crostosi ed erosioni in conseguenza di sovrapposti fatti infettivi e macerativi.
Diagnosi
La diagnosi del tumore del pene viene formulata mediante un accurato esame obiettivo dei genitali esterni, biopsia della lesione sospetta, risonanza magnetica del pene e palpazione dei linfonodi inguinali. In pazienti sintomatici, può essere indicata anche l’ecografia inguinale con eventuale ago-biopsia dei linfonodi, la tomografia computerizzata (TC), la tomografia a emissione di positroni (PET) e la scintigrafia ossea.
Sintomatologia
Il carcinoma del pene si presenta come una area esofitica, nodulare o verrucosa di consistenza dura, di aspetto eritematoso, spesso ulcerata, soprattutto a carico del prepuzio o del glande.
È frequente riscontrare disturbi minzionali di tipo irritativo o ostruttivo dovuti all’infiltrazione neoplastica dell’uretra.
Può coesistere una fimosi serrata che confonde la diagnosi durante una prima valutazione.
Le prime sedi di eventuali metastasi sono linfonodali; nelle fasi avanzate della malattia, invece, la diffusione delle cellule tumorali si verifica a distanza, colpendo preferenzialmente fegato, ossa, polmoni e cervello.
Terapia
La terapia del carcinoma penieno è in prima istanza chirurgica.
Vi sono due alternative principali:
La malattia locale è potenzialmente curabile grazie ad una Penectomia parziale.
D’altro canto la malattia a carattere infiltrante e di ampia estensione comprendente l’interessamento dell’uretra impone la procedura di Penectomia Totale.
Penectomia parziale
Questa si effettua distalmente al legamento sospensore del pene. È consigliato allorquando non sia interessato un tratto dell’organo, di almeno 2 cm, posto fra il legamento sospensore ed il tumore.
La penectomia parziale permette di ricostruire il glande e il meato uretrale. Vi sono alcune tecniche innovative che utilizzano lembi cutanei prelevati dalla coscia per la ricostruzione distale dell’organo.
Questo tipo di chirurgia è definita conservativa dal momento che rispetta i tessuti e l’aspetto estetico dell’uomo conservando la sua virilità. D’altro canto, la minore aggressività espone al rischio di una minore radicalità oncologica.
L’intervento si effettua in regime di ricovero ordinario (2 – 3 giorni), si effettua in anestesia loco-regionale ed è consigliabile il drenaggio con catetere uretrale per uno o due giorni.
Penectomia Totale
La penectomia toatale comprende la rimozione di entrambi i corpi cavernosi e del corpo spongioso distale e la esecuione di una uretrostomia perineale con l’uretra bulbare. Questo approccio al trattamento del cancro del pene è necessario se non è possibile raggiungere risultati chirurgici soddisfacenti con la sola penectomia parziale.
L’intervento si esegue in regime di ricovero ordinario e si utilizza la maggior parte delle volte l’anestesia loco – regionale.
I drenaggi ed il catetere uretrale vengono di solito rimossi dopo due o tre giorni.
C'e' la possibilità di far ritornare il mio pene 'normale' se sono stato sottoposto ad un intevento di penectomia parziale o totale ?
Si possono effettuare degli interventi di Falloplastica di allungamento per cercare di recuperare le dimoensioni perdute, come nel caso di una Penectomia parziale.
Se si è sottoposti ad un intervento di Penectomia totale l'unica alternativa è la ricostruzione del pene con una Falloplastica con lembo libero di Gran dorsale.